IL PANNATALE
DEL SIGNOR GUSTAVO
Il signor Gustavo era arrivato in paese all'inizio dell'anno ed aveva aperto un piccolo laboratorio di pasticceria in centro.
In breve tempo era diventato un punto di riferimento irrinunciabile per tutti i golosi della zona e le sue specialità venivano servite in tutti i bar e ristoranti del paese.
Il piccolo laboratorio si dimostrò presto troppo piccolo ed il signor Gustavo si trovò a dover cercare un nuovo locale e soprattutto un aiutante.
Per fortuna nessuna delle due necessità fu troppo complicata da soddisfare e così, la settimana prima di Pasqua, poté inaugurare con una grande festa l'apertura della sua nuova pasticceria.
Era un bellissimo locale, affacciato sulla via centrale del paese, con due grosse vetrine che per l'occasione erano state riempite di uova di cioccolata finemente decorate.
La sua notorietà aveva ormai superato i confini del paese e sempre più spesso si vedevano in negozio signori che venivano apposta dalla città per gustare le delizie del fine pasticcere.
Il signor Gustavo si godeva il suo successo, ma non smetteva un istante di lavorare, di sperimentare, sempre alla ricerca di nuove ricette.
Passarono i mesi ed ormai mancavano poche settimane al Natale.
Il signor Gustavo si aggirava sempre più nervoso nel laboratorio, nel retro della pasticceria.
“Cosa c'è signor Gustavo – chiese Armando, il suo fidato aiutante – perchè e così nervoso? Gli affari vanno a gonfie vele e la sua notorietà cresce di giorno in giorno.”
“Hai ragione Armando – rispose il signor Gustavo – ma è da qualche giorno che ho un pensiero in testa che mi tormenta.”
“Mi dica – disse Armando preoccupato – c'è qualche problema? C'è qualcosa che io possa fare per aiutarla?”
“No, no – disse bonario il signor Gustavo – nessun problema, per carità! solo un pensiero, un pensiero insistente, che non mi fa dormire la notte.”
Incuriosito, Armando incalzò il suo principale: “Avanti signor Gustavo, non mi tenga sulle spine … “
“E va bene Armando – disse il signor Gustavo – non volevo parlarne con nessuno, almeno per il momento, ma visto che insisti...”
Passarono alcuni secondi e poi continuò: “Ebbene, ho deciso che per festeggiare degnamente il Natale la nostra pasticceria dovrà offrire qualcosa di davvero speciale, unico.”
“È un'idea geniale – disse Armando – quando cominciamo?!”
Il signor Gustavo stemperò l'entusiasmo del suo giovane aiutante: “Armando, tu devi portare avanti il lavoro come hai sempre fatto. Non possiamo deludere i nostri clienti. Io intanto cercherò di inventarmi qualcosa.”
Un po' a malincuore Armando tornò a riempire di crema i bignè che c'erano nella rastrelliera: “Va bene, signor Gustavo, se le serve aiuto mi chiami pure. Sarò lieto di poterla aiutare.”
Passarono le ore, era quasi ora di cena ed Armando aveva appena infornato l'ultima teglia di salatini; il signor Gustavo era invece al tavolo di lavoro che armeggiava con farina, lievito e uova.
“Vai pure a casa Armando – disse – io farò tardi.”
“D'accordo signor Gustavo – disse Augusto – ci vediamo domani. Buona serata” ed uscì dal laboratorio.
Tre ore dopo il signor Gustavo aveva appena tolto dal forno il risultato del suo lavoro, ma quando lo assaggiò non ne rimase per nulla soddisfatto.
“Accidenti. Così non va bene. – pensò fra sè e sè – domani dovrò ricominciare tutto da capo”.
Stanco e demoralizzato il signor Gustavo spense il forno e le luci e lasciò il laboratorio, dimenticandosi però di chiudere le finestre.
La versione completa della fiaba è presente nella raccolta Fiabe alla Carta, disponibile alla pagina I LIBRI >>